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- Genitali maschili:
a) Prince Albert
b) Ampallang
c) Apadravya
d) Dydoes
e) Frenum
f) Foreskin (prepuzio)
g) Hafada
h) Guiche
a)
PRINCE ALBERT
Deve il suo nome al principe Alberto d’Inghilterra,
consorte della regina Vittoria, che pare lo avesse adottato come espediente
per mantenere il prepuzio arretrato, e dunque pulito, per non offendere
la regina. Si tratta di un anello infilato, verticalmente, nella punta
del pene, l’anello viene inserito dall’uretra per arrivare alla base del
glande. Si tratta di un piercing che non presenta problemi particolari,
che cicatrizza rapidamente ed esalta il piacere sessuale in entrambi i
partner.
b) AMPALLANG
E’ un piercing non ancora molto diffuso
in Occidente, mentre lo è nelle isole indonesiane, tra alcune tribù del
Borneo, dove viene inserito nel corso di un rito di iniziazione. Si tratta
dell’inserimento di una barretta che attraversa orizzontalmente la punta
del pene. Ha un periodo di guarigione piuttosto lungo (almeno sei mesi).
c) APADRAVYA
E’ un piercing di più difficile esecuzione,
che attraversa il pene verticalmente, in modo che l’estremità inferiore
fuoriesca dalla base del pene. Il Kamasutra ne parla come di una fonte
di supremo piacere per entrambi i partner. La sua cicatrizzazione richiede
alcuni mesi.
d) DYDOES
Si tratta dell’inserimento
verticale di barrette d’acciaio attorno al bordo del glande. Questo tipo
di piercing richiede la circoncisione ed un periodo piuttosto lungo
(4-6 settimane) per la cicatrizzazione. L’uso dei dydoes ha, fra
l’altro, origini piuttosto recenti.
e)
FRENUM
“ (…) è un piercing di origine
europea, usato a suo tempo sia come stimolatore sessuale che come garanzia
di una sicura castità.”[76] Si tratta dell’inserimento di un anello nella
pelle alla base del glande, in modo che esso circoscriva la punta del
pene.
f)
FORESKIN
Prevede l’introduzione, in senso orizzontale,
di un anello nel prepuzio. In alcuni casi, oltre che come stimolatore
sessuale, viene usato per garantire la castità. In quest’ultimo caso,
l’anello è provvisto di lucchetto, che, chiudendo il prepuzio, impedisce
l’uscita del glande. Tale operazione, conosciuta come “infibulazione”,
era particolarmente diffusa fra gli schiavi della Roma e della Grecia
antiche[77], dove questo tipo di schiavitù veniva preferito
agli eunuchi in quanto non avrebbero comunque potuto far violenza alle
donne libere né ai ragazzi, ma, a differenza di questi ultimi, godevano
di ottima salute e conservavano la forza fisica maschile.
L’infibulazione
veniva del resto praticata anche sulle schiave, per evitare rischi di
gravidanze indesiderate.
Questo tipo di piercing, inoltre, comportando
erezioni particolarmente dolorose, allontanava, qualunque desiderio sessuale
e, di riflesso, concentrava le energie degli schiavi infibulati esclusivamente
sui lavori a cui erano sottoposti.
g) HAFADA
Di origine araba, è un piercing praticato
all’adolescente, all’interno di un preciso contesto cerimoniale, che ne
segna l’entrata nella società adulta. Esso consiste nell’introduzione
superficiale di uno o più anelli sul lato dello scroto, fra testicolo
e radice del pene.
h) GUICHE
E’
molto diffuso nelle isole del Pacifico meridionale, dove viene praticato
nel corso di un rito di iniziazione. Esso consiste nell’introduzione di
un anello o una barretta attraverso la pelle sottile fra lo scroto e l’ano.
E’ uno dei piercing di più difficile realizzazione.
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