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1 - Viso:
a) Labrets
b) Ears (orecchie)
c) Septum
d) Nostril (narice)
e) Eyebrow (sopracciglio)
f) Bridge
g) Tongue
h) Cheek
a) LABRETS
Si
tratta di fori praticati a metà del labbro inferiore e gradualmente allargati.
Fra Eschimesi e Aleuti erano molto diffusi, sia fra gli uomini che fra
le donne. In questi casi, 20 giorni dopo la nascita veniva praticata una
prima incisione per l’inserimento del labret, quindi il neonato
veniva sottoposto ad un bagno purificatore. A questa incisione preparatoria,
seguiva il vero e proprio inserimento del labret, che segnava un
vero e proprio rito di passaggio nel mondo degli adulti, con il quale
il ragazzo iniziava la sua trasformazione in cacciatore, la ragazza in
donna da marito.
Presso i Tlingit, abitanti di una zona del nord-ovest americano, i labret
erano caratteristici delle donne, delle quali, al di là della loro funzione
ornamentale, denunciavano il grado sociale all’interno del gruppo. Per
i Tlingit, la bocca aveva un’importanza simbolica fondamentale, legato
al suo essere tramite che metteva in comunicazione spiritualità interiore
e mondo esterno. Alla donna tlingit, dunque, il primo foro labiale veniva
praticato al momento della sua iniziazione puberale (che ne segnava il
momento dell’avvenuta maturità sessuale). Nel foro veniva inserito un
oggetto circolare solo dopo le nozze. Labret più grandi erano riservati
alle donne di rango sociale più elevato. Presso gli Eschimesi, il labret
era invece prerogativa riservata agli uomini.
In India, piercing che interessino le narici, il setto nasale o
le orecchie, sono pratica estremamente diffusa, soprattutto fra le donne,
con una connotazione estetica molto evidente. Lo dimostra, fra l’altro,
la fattura particolarmente pregiata dei gioielli che vengono inseriti.
b) EARS
Il lobo dell’orecchio è una delle
zone più comunemente oggetto di piercing, ma possono esserlo tutte
le zone cartilaginose sul padiglione auricolare, come l’elice (corrispondente
alla parte alta dell’orecchio) o il trago, la piccola sporgenza
che si trova davanti al meato uditivo esterno (tragus è detto il
piercing che viene praticato in questo punto). Il foro praticato
nel lobo può inoltre essere allargato fino ad ottenere il diametro desiderato
inserendovi plug di diametro progressivamente crescente. Questo
piercing richiede un processo piuttosto lungo ed è conosciuto come
lobe stretching.
c) SEPTUM
E’ uno dei piercing più antichi, esso
coinvolge il sottile lembo di pelle tra le narici.
d) NOSTRIL
Molto
diffuso fra le donne indiane, fu adottato dalle hippie americane
ed è oggi uno dei piercing più diffusi. E’ praticato nella pinna
nasale o narice ed è di facile realizzazione.
e) EYEBROW
Attraversa
la pelle del sopracciglio, di solito in verticale. Nel periodo di guarigione
occorre evitare qualunque tipo di pressione sulla zona (per esempio evitare
di dormire a faccia in giù), in quanto si tratta di un piercing
che, specie se poco profondo, rischia facilmente il rigetto.
f) BRIDGE
E’ così chiamato perché
attraversa, verticalmente od orizzontalmente, il ponte nasale, ossia la
pelle del naso fra gli occhi.
g) TONGUE
E’ il piercing effettuato sulla lingua, sulla quale, peraltro,
possono essere praticati fori multipli. Il piercer che lo esegue
deve conoscere perfettamente l’anatomia della lingua, per evitare il rischio
di un’emorragia. Il periodo di guarigione ha una durata piuttosto breve,
di circa una settimana, durante la quale, però, il gonfiore della lingua
provoca un certo fastidio. In questo periodo è necessario rispettare un’accurata
igiene del cavo orale e l’assunzione di cibi liquidi. A guarigione avvenuta,
scomparso il gonfiore, la barretta verrà necessariamente sostituita da
una successiva di dimensioni ridotte.
g)
CHEEK
E’ il piercing che attraversa
la guancia, molto in voga fra i punk inglesi degli anni '70.
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