3.1 IL TATUAGGIO
     
3.1.1 IL TATUAGGIO NELLE SOCIETA’ TRADIZIONALI
3.1.2 Il TATUAGGIO POLINESIANO
3.1.3 Il TATUAGGIO GIAPPONESE
3.1.4 IL TATUAGGIO OCCIDENTALE
 

Il termine “tatuaggio” deriva dal thaitiano “thatau”e corrisponde ad una “decorazione permanente della pelle umana”, effettuata attraverso l’introduzione sottocutanea di una sostanza colorante o mediante scarificazione, (per esempio i “moka” dei Maori, decorazioni facciali a rilievo), tecnica che consiste nello scalfire la pelle seguendo un motivo decorativo ed introducendo lungo i tagli sostanze coloranti che appariranno, in seguito a cicatrizzazione, nella maggior parte dei casi incavate (ad eccezione di cicatrici in rilievo, dette “cheloidi”).
Per facilità, è preferibile distinguere alcune tipologie di tatuaggi – ispirate dal testo di Roberto Borsi[66] - a seconda della loro funzione:

1-Funzione distintiva:
    a) appartenenza religiosa
    b) appartenenza ad un gruppo


2 - Funzione protettiva

3 - Funzione commemorativa

4 - Funzione iniziatica e acculturativa




1 - Funzione distintiva:

    a) Appartenenza religiosa

I primi cristiani pare abbiano portato sul corpo i segni indelebili della loro fede sebbene il Papa Adriano I, nel 787 d.C., come si è detto, avesse proibito i tatuaggi, determinando, con questo provvedimento, il declino, per circa mille anni in Europa, di questo mezzo espressivo.
Durante questo lungo periodo, tuttavia, il tatuaggio sopravvisse fra i fedeli del culto d’Oriente e delle chiese copte, mentre qualche pellegrino europeo andato a Gerusalemme o a Loreto, ne tornava con il souvenir tatuato della sua visita. Dai risultati delle ricerche di Giovanni De Vincentiis[67], i tatuaggi votivi venivano scelti perché ritenuti dotati di poteri protettivi o taumaturgici. I tatuaggi votivi indicano, tuttora, una indubbia predilezione per le figure mariologiche e cristologiche da parte dei tatuati. La devozione mariana, in particolare, nasconde un forte bisogno di conforto e di speranza. Più in generale, Giovanni De Vincentiis interpreta la scelta dell’imago religiosa nel tatuaggio come frutto di valutazioni utilitaristiche “nell’ambito dell’ambiguo gioco del dare e del ricevere.”[68]: “(...) nell’immagine taumaturgica il tatuato vede soprattutto un mezzo per ottenere aiuto e protezione ed in cambio offre il suo corpo quale portatore dell’icona divina, in una netta relazione ritualistica.”.
Oltre al caso dei cristiani copte, bisogna poi ricordare l’uso di tatuaggi distintivi da parte degli appartenenti ad alcune sette buddiste e di alcuni gruppi hindu, in India.


    b) Appartenenza ad un gruppo: denuncia di uno status:

Esistono tatuaggi indicativi della condizione dell’individuo, che ne rivelano la condizione di celibato/nubilato piuttosto che non quella di coniuge o di affine a persone scomparse, ma anche la sua appartenenza ad una particolare categoria (è il caso dei Dang dell’India occidentale, delle gheishe giapponesi o delle ballerine, cortigiane o musiciste nell’antico Egitto).
Il moko maori, tatuaggio facciale, è indicativo dello status sociale (sia esso alto o basso), così come lo sono il tatuaggio esteso a tutto il corpo tipico degli abitanti delle isole Marchesi, quello adottato dai gangster yakuza giapponesi, quello imposto, come marchio sociale, allo schiavo ed al galeotto.

2 - Funzione protettiva (contro malattie e disgrazie)


Tatuaggi che proteggono contro l’insorgere della malattia così come dall’essere colpiti dal malocchio o da una disgrazia, sono piuttosto diffusi nel mondo islamico.
Anche i guerrieri hawaiiani, d’altra parte, ricorrevano ad un particolare tipo di tatuaggio per ottenere la protezione in battaglia.
Giovanni De Vincentiis, rispetto alle motivazioni che guidano la scelta di tatuaggi riproducenti le proprie generalità (complete o parziali), nomi di persona (per esteso o le sole iniziali), motti, figure di animali, stemmi, ecc… ritiene non si possa assolutamente generalizzare, ma sostiene che in alcuni casi entrino in gioco, seppure a livello inconscio, “istanze di ordine magico-propiziatorio.[69]


3 - Funzione commemorativa

Sono tatuaggi eseguiti per ricordare certe imprese. Molto noti, ad esempio, sono i tatuaggi commemorativi diffusi fra i cacciatori di teste indonesiani.

4 - Funzione iniziatica e acculturativa

In questa categoria rientrano i tatuaggi praticati in ambito rituale iniziatico, laddove il segno praticato sulla pelle è segno sociale, che immette l’iniziato nel mondo adulto, lo carica di ruoli, lo accultura ed umanizza e lo investe di una coscienza, individuale e collettiva, dopo averlo strappato all’indeterminatezza biologica con cui si nasce. Il tatuaggio è segno distintivo e personalizzante al tempo stesso, che sottrae l’individuo alla natura. Spesso, l’imposizione del segno si accompagna all’assegnazione di un nuovo nome, a suggello della nuova identità acquisita.

[66] Borsi R., Il tatuaggio arte sotto la pelle., Milano, 1992, pp.11, 17.
[67] De Vincentiis G., Il Tatuaggio ed altri profili antropologici., Bulzoni, Roma, 1970, p.59.
[68] De Vincentiis G., op. cit., p.61.
[69] De Vincentiis G., op. cit., p.75.

3.1.1 IL TATUAGGIO NELLE SOCIETA’ TRADIZIONALI
3.1.2 Il TATUAGGIO POLINESIANO
3.1.3 Il TATUAGGIO GIAPPONESE
3.1.4 IL TATUAGGIO OCCIDENTALE