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Per sospensione s’intende
la pratica di sollevamento del corpo attraverso dei ganci inseriti nella
pelle ispirata alla Danza del Sole, ma che da essa differisce in virtù
del suo carattere assolutamente laico. La sospensione viene preceduta
da una serie di preparativi: le parti del corpo in cui vengono effettuate
le perforazioni per i ganci vengono prima di tutto disinfettate, dopodiché,
avendo segnato i punti con una penna, si procede al piercing. La
scelta dei punti di aggancio è estremamente importante per un equilibrio
del corpo in sospensione. I ganci inseriti nella pelle tendono le funi,
facenti capo ad un raccordo centrale, che sollevano il corpo.
Esistono poi delle varianti, all’interno delle pratiche sospensive, che
non prevedono necessariamente la perforazione della cute, quanto piuttosto
il sollevamento da terra esercitando trazioni su parti del corpo molto
sensibili e al contempo elastiche.
L’esperienza della sospensione viene di solito effettuata alla ricerca
dell’esplorazione del proprio stato di coscienza alterata, ossia dello
stadio in cui la percezione della propria fisicità si trasforma. A questo
proposito, dalla lettura di esperienze personali raccolte in BMEZINE, sembra emergere un comune
denominatore: tutti coloro che hanno esperito una sospensione riferiscono
di aver provato dolore fisico solo in una fase iniziale, superata la quale,
molto probabilmente grazie ad un aumento esponenziale della produzione
di endorfine causato dall’emozione, hanno provato una sensazione di estrema
serenità. In questo stato, in cui il corpo ritrova se stesso estraniandosi
dal mondo, i sensi interni sembrano amplificarsi, il mondo esterno si
dissolve, cosicchè il soggetto rimane cosciente solo con se stesso.
Le ragioni che inducono a scegliere di esperire la pratica della sospensione
sembrano affondare le radici in un bisogno di raggiungere un’interiorità
di cui non si conoscono del tutto i limiti né le possibilità. Le sospensioni
avvengono di solito all’interno di convention specializzate, in
cui si viene a creare un’atmosfera cerimoniale. La partecipazione collettiva,
sebbene contribuisca in maniera determinante a teatralizzare un evento
che sembrerebbe richiedere invece una certa intimità, crea, d’altra parte,
un pathos tale da far superare questa contraddizione.
Dai racconti personali di esperienze di sospensione, emerge con una certa
frequenza, oltre al carattere esplorativo del sé, anche una volontà di
condivisione di una profonda intimità che anima alcuni legami affettivi.
Rappresentativo, in questo senso, il racconto autobiografico di Derek
Lowe, dove è lui stesso ad
esporre l’esperienza di sospensione condivisa con due grandi amici. “Avevo
creduto che sarei stato molto nervoso al momento di iniziare, ma sorprendentemente
ero invece piuttosto calmo, in quel momento. Mi stesi sul tavolo e il
freddo del materiale plastico ebbe un effetto rilassante contro il mio
petto nudo. Immediata la decisione di lasciare che le mie braccia penzolassero
giù dal tavolo, per sentirmi più a mio agio. Mi sentii come se galleggiassi.
Fu un modo per sentirmi ancor più rilassato. (…) Mentre me ne stavo lì
disteso, ciò di cui si parlava ed i movimenti attorno a me iniziarono
a confondersi in un indistinguibile brusio. Fu a quel punto che iniziai
davvero a mettere a fuoco le ragioni che mi spingevano a farlo. Il mio
trasferimento a Cleveland ed il mio nuovo lavoro presso “Body Work” sono
stati un’esperienza piuttosto positiva. Ma ogni volta che “sposti” la
tua vita andando a vivere altrove, lasci dietro di te gli amici e qualcuno
che hai amato alla follia. E’ una sorta di prova, un’esperienza per certi
versi stressante. Lo strappo dell’uncino è stato per me un modo di purificarmi
dalle energie negative così come pure una rimessa a fuoco della mia vita,
personale e professionale. Iniziai a riflettere su tutti i cambiamenti
verificatisi negli ultimi quattro mesi della mia esistenza. Avevo nella
mente una sorta di lista dettagliata di tutto ciò di cui desideravo sbarazzarmi
e quello che invece avrei voluto conservare. Stabiliti e segnati i punti
da perforare, ho sentito la mia pelle piegarsi fra le mani di Kevin. Ho
dunque iniziato a respirare molto profondamente. A quel punto, qualcuno
ha iniziato a strofinarmi le caviglie e la parte bassa delle gambe. Per
qualche ragione, questo provocò una sensazione incredibilmente piacevole
e rilassante e fece svanire tutte le mie paure. Mi fece sentire come se
non mi interessasse più nulla di quello che sarebbe accaduto negli istanti
successivi: sarei stato bene comunque.” La “cerimonia” di sospensione
viene accompagnata dal suono di strumenti a percussione che aiutano a
ricreare un’atmosfera più intima. “Dopo alcune inspirazioni ed espirazioni,
sentii il primo ago penetrare la mia pelle. Ho provato allora un’enorme
ondata di energia attraverso il mio corpo, dai piedi alle braccia che
saliva e discendeva. Le mie dita iniziarono a formicolare e contrarsi
leggermente. Ho provato solo un po’ di dolore al momento della perforazione:
piuttosto la sensazione di essere punti, provocata dall’inserimento degli
agli. Pensavo che il dolore aumentasse. Ci fu un’ulteriore ondata di energia,
che partiva dalle punte delle dita, al momento della seconda perforazione.
In seguito alle due perforazioni percepivo il mio corpo come elettrizzato.
Fui massaggiato e carezzato da molte mani. Quando l’energia venne emessa
dalle dita, mi sentii totalmente estraneo al mondo circostante ma profondamente
in accordo con la terra. L’aver avuto un contatto umano subito dopo la
perforazione ebbe su di me un effetto lenitivo, fu un modo delicato di
aiutarmi a tornare alla realtà circostante. Dopo qualche istante ho iniziato
a rialzarmi. (…) Sentii il mio corpo molto più leggero di quanto lo avessi
percepito stando steso durante le perforazioni. Abbracciai e baciai coloro
che avevano preso parte alla mia sospensione.”
I tre vengono contemporaneamente sospesi tramite cavi connessi ad un unico
anello metallico centrale. La cerimonia ha inizio. Le percussioni scandiscono
un ritmo sempre crescente.
“Potevo sentire la pelle della mia schiena che iniziava a tirare. (…)
Ricordo che pensavo che gli uncini avrebbero potuto scivolare fuori in
qualunque momento. (…) Si sviluppava certamente una sensazione spiacevole,
ma che certo non potrebbe essere qualificata come dolore. La tensione
aumentava con l’incedere dei suoni emessi dalle percussioni, sempre più
rapidi e a volume crescente. In quel momento iniziai a realizzare che
le cose che mi circondavano iniziavano ad offuscarsi. Iniziai a provare
una sorta di euforia ed il mio corpo si riempì di una meravigliosa sensazione
e di energia positiva. Mi resi conto che avevo un gran sorriso stampato
sul volto. A quel punto la tensione e l’euforia diminuirono. (…) Presi
lentamente ad oscillare, avanti e indietro, creando momenti di incredibile
tensione (…). Guardando dall’angolo degli occhi, notai che anche David
aveva iniziato a fare lo stesso. Penso che questa sia stata la sensazione
più intensa ed interessante dell’intera esperienza. Mi sentii molto concentrato
in ciò che stava accadendo, ma c’era anche un diffuso senso di festosità
che accompagnava il tutto. (…) Una volta rimossi i
cavi di sospensione, noi tre ci abbracciammo caldamente. (…) Trascorsi
il resto della serata perfettamente cosciente di quanto mi circondava,
era come se tutti i miei sensi si fossero acuiti. (…) Nel momento in cui
concepii l’idea della sospensione provavo un forte bisogno di un’esperienza
del tutto personale, un’esperienza che mi desse un’opportunità di purificazione
e crescita. Quest’esperienza ha prodotto esattamente questo, in me.”
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