| 4.7 | DEFORMAZIONE PERMANENTE DEI GENITALI MASCHILI | |
| 4.7.1 | SUBINCISIONE, SUPRAINCISIONEE
BIFORCAZIONE DEI GENITALI MASCHILI |
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| 4.7.2 | CIRCONCISIONE MASCHILE | |
| 4.7.3 | ALLUNGAMENTO DEL PENE | |
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In Occidente, tale modificazione
viene richiesta, generalmente per correggere carenze anatomiche, ma esistono
anche casi in cui chi vi ricorre è spinto piuttosto dal desiderio di raggiungere
un modello di virilità del tutto personale. L’allungamento può essere
ottenuto chirurgicamente e non. In quest’ultimo caso, si utilizzano appositi
strumenti che sfruttano il principio della trazione. Del resto, questo
è il metodo utilizzato presso le culture di interesse etnologico, che
hanno ispirato la progettazione di questi strumenti.
La metodologia chirurgica, conosciuta come “falloplastica additiva”[111] può apportare modifiche quali l’allungamento e, più in generale, mutare le dimensioni dei genitali maschili. L’intervento consiste, essenzialmente, in una liposcultura ultrasonica pubica, ossia in un’asportazione di una quantità di cellule adipose dal basso addome. Ciò determina un approfondimento del punto di inserzione del pene (radice), che di fatto si traduce in un “allungamento”. In realtà, si tratta piuttosto di un effetto ottico, in quanto le dimensioni del pene rimangono invariate, ma è la lunghezza della parte visibile ad aumentare. Gli incrementi variano dai 3 ai 7 centimetri, ma si può ottenere un ulteriore allungamento tramite la recisione del legamento sospensore del pene, che però comporta, in fase erettiva, un’innaturale angolatura rispetto alla parete addominale. |
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