| 4.7 | DEFORMAZIONE PERMANENTE DEI GENITALI MASCHILI | |
| 4.7.1 | SUBINCISIONE, SUPRAINCISIONEE
BIFORCAZIONE DEI GENITALI MASCHILI |
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| 4.7.2 | CIRCONCISIONE MASCHILE | |
| 4.7.3 | ALLUNGAMENTO DEL PENE | |
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Il termine circoncisione indica,
letteralmente, “il taglio della circonferenza”. Per “circoncisione maschile”
s’intende la rimozione del prepuzio. Si tratta di un’operazione effettuata,
di solito, in età giovanissima, per motivi di ordine medico, estetico
o ideologico-religioso. La circoncisione rappresenta una delle pratiche
di modificazione dei genitali maschili, forse l’unica, che possa avvalersi
delle tecniche chirurgiche senza che al “paziente” vengano richieste delle
motivazioni. Esistono degli strumenti che possono essere utilizzati nel
caso di una circoncisione “fai-da-te”, ma è sempre necessario, in questo
caso, non dimenticare la possibilità che si verifichi un’emorragia o che
si contragga un’infezione, oltre alla possibilità che l’ispessimento della
pelle del glande provocato dalla circoncisione implichi una perdita di
sensibilità della parte. In alcuni casi, si perde, anche se solo parzialmente,
il controllo sull’eiaculazione, causato dalla desensibilizzazione di alcune
terminazioni nervose.
La circoncisione ha spesso la valenza di segnalare la rinascita dell'individuo avvenuta tramite il rito di iniziazione a cui egli è stato sottoposto, tant'è che "I Damarca calcolano l'età di un uomo dalla circoncisione; i suoi primi anni d'infanzia non contano"[105]. La circoncisione maschile è pratica assai diffusa nella cultura giudaica, laddove essa segna una rinascita simbolica e l’inserimento nella società del “popolo eletto”, cosicché essa funge da segno discriminante fra gli eletti e gli altri. A detta di alcuni studiosi, come Loeb e Barton, la circoncisione semitica sarebbe nata come sacrificio alla dea della fertilità. Secondo Bruno Bettelheim, con riferimento alla religione ebraica, la circoncisione non ha nulla a che vedere con i riti iniziatici. In questo caso, infatti, la si può considerare " (...) una specie di contratto con il quale gli uomini rinunciano alla loro indipendenza a favore di un padre onnipotente che promette loro in cambio vigilante protezione."[106] Senza alcun riferimento diretto al contesto giudaico, molti autori, e fra loro G. Van Der Leeuw[107] e Pietro Prini, paragonano la circoncisione all’operazione battesimale. Quest’ultimo definisce la circoncisione “ (…) operazione magica mediante la quale la vita non viene semplicemente accettata nell’evento della nascita, ma è modificata, mutilata e in certo modo distrutta, per essere rinnovata e resa idonea a rivestirsi di potenza”[108]. La circoncisione, così come il battesimo, dunque, vengono identificati in una sorta di “pegno della nuova nascita”[109], una sorta di rito che garantisce il piacere sessuale e la riuscita nel mondo degli adulti, al prezzo di un dolore fisico. Presso alcune società, rispetto alla circoncisione maschile, è stato riscontrato negli uomini un atteggiamento ambivalente: di timore e al tempo stesso desiderio. Quest’ultimo, in particolare, è stato interpretato da Bruno Bettelheim come motivato dall’orgoglio fallico" e dalla conseguente aspirazione all'acquisizione di un pene che, liberato dal prepuzio, manifesti visibilmente, “una virilità più affermata”.[110] Presso alcune società preletterate, sono le donne a reclamare la circoncisione come elemento fondamentale per avere rapporti sessuali con gli uomini con cui si intende avere una relazione stabile. [105]
Bettelheim B., op. cit., p.142. |
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BIFORCAZIONE DEI GENITALI MASCHILI |
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