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Presso i Masai,
i Mursi, i Surma e i Sara-Kava sono state riscontrate pratiche di deformazione
del labbro inferiore. Ai bambini veniva perforata questa parte delle labbra
con una spina o un ago, alla cui estremità era annodato un filo che impediva
la cicatrizzazione. In seguito, ogni due o tre mesi, all’interno del foro
venivano inseriti dei bastoncini di diametro sempre maggiore, sostituiti
poi con dei dischi di legno o di argilla. Col tempo, tra l’attaccatura
del labbro (sia inferiore che superiore) e il labbro stesso, si formava
uno spazio di notevoli dimensioni: tanto da poterci infilare un piattello
labiale inferiore, talora di dimensioni ragguardevoli.
Fra queste popolazioni,
l’inserimento di dischi labiali sempre più larghi era preceduto da un
altro intervento sul corpo, che consisteva nella rimozione dei quattro
incisivi inferiori per fare spazio al disco. Questa operazione di solito
avveniva durante la pubertà delle ragazze. Le dimensioni del piattello
indicano il valore della donna in termini di dote, ossia il cossiddetto
“prezzo della sposa”. Più grande è il piattello, maggiore è il prezzo.
Le donne si toglievano il piattello molto di rado, e certo non in pubblico
o davanti ad estranei.
Presso
i Mursi e i Surma l’uso del piattello è tuttora diffuso.
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