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Tali
deformazioni erano e sono tuttora praticate in contesti preletterati,
oltreché per motivi di rango, di censo, religiosi e magici, anche perché
ispirati da canoni estetici che a noi sembrano incomprensibili. Esse continuano
ad essere piuttosto diffuse fra i Masai, i Mursi, i Sara-Kavama ed i Maya.
Fra questi ultimi, un naso importante era ritenuto segno di bellezza,
per questo si affermò la tendenza ad ingrandirlo artificiosamente. I lobi
delle orecchie, i nasi e le labbra, venivano perforati per potervi inserire
gioielli rappresentativi della propria appartenenza sociale. Tali perforazioni
raggiungevano dimensioni inverosimili soprattutto sul corpo dei nobili,
potendo questi vantare una gioielleria piuttosto vistosa.
Lo strabismo veniva
ritenuto dai maya uno dei parametri di bellezza, tanto che, quando non
congenito, lo si provocava. Ai bambini venivano, per questo, applicate
al centro della fronte delle palline che, ricadendo sul naso ed oscillando
continuamente, nel tempo modificavano permanentemente la direzione dello
sguardo.
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