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“We
are something beyond the expected
normal. Some of us keep the secret well
hidden under pressed suits or skirts and crew
cuts. Some of us flaunt it like a picket sign.
We are the legion of body adorners, of
modifiers, of the inked and pierced and cutted
and
burned.”
Per
quanto anche i piercing che coinvolgono l’area genitale possano
essere considerati estremi, e per la loro “invasività” e perché comportano,
spesso, un radicale cambiamento della sensibilità di queste parti, in
realtà si tende a distinguerle dalle pratiche di alterazione corporea
ancora più estreme, talmente estreme da modificare persino l’anatomia
delle parti corporee interessate, e con essa la percezione del proprio
corpo, da parte del soggetto stesso o della società.
Rispetto alle modificazioni corporee estreme, l‘Occidente ha, da sempre,
un atteggiamento contraddittorio: giudica interventi deformanti pratiche
di modificazione corporea operate presso le cosiddette società “altre”
o ispirate da culture preletterate, mentre considera del tutto naturali
interventi di chirurgia estetica quali la rinoplastica o la mastoplastica
additiva, per citare solo qualche esempio, nonostante esse siano capaci
di produrre risultati talvolta stravolgenti. Ciò significa che la tolleranza
occidentale alle modificazioni corporee estreme non dipende tanto dalla
maggiore o minore naturalità dei risultati, quanto dalla conformità di
tali trasformazioni ai modelli estetici di riferimento.
In realtà, questo è un principio universalmente valido, che spiega il
fatto che praticamente ogni società manifesti una certa esitazione nel
confrontarsi con pratiche di modificazione corporea “altre”.
Presso alcune popolazioni ci si infligge ferite importanti, giungendo
persino all'automutilazione, perché una parte corporea possa beneficiarne.
E’ per questo, per esempio, che presso alcune popolazioni australiane
la testa dei novizi viene morsa, perché questo rinvigorisca loro il cuoio
capelluto, o che le ragazze warramunga si amputano una parte dell’indice
per rendere più abile la loro mano nella ricerca di igname.
Analizzando le esperienze personali di modificazioni corporee più estreme
raccolte in Internet, emerge, in modo piuttosto
evidente, che esiste una sorta di linea che separa coloro che pure sembrano
condividere le stesse esperienze. Da una parte la schiera, più numerosa,
di coloro che ricorrono a tali pratiche per motivi prettamente estetici,
per quanto difficilmente condivisibili dai più; dall’altra coloro che
invece, masochisticamente, ricercano soprattutto un’esperienza di dolore
fisico o per i quali queste pratiche sono piuttosto l’espressione di una
rabbia profonda che prende forma, si incarna. In tali casi, l’aggressività
esplode contro il proprio corpo come volontà, più o meno dichiarata, di
sfigurarlo, di cancellarne la grazia e la bellezza. Mentre nei primi c’è,
di solito, oltre ad una grande attenzione al risultato qualitativo e una
sorta di orgoglio esibizionistico, anche una lunga preparazione prima
di sottoporsi all’esperienza di modificazione corporea - preparazione
che prevede una ricerca di documentazione relativa alle tecniche, alle
metodologie di riduzione dei rischi di infezione o del dolore - nel secondo
caso, invece, l’esperienza viene quasi “improvvisata”, e allora poco importa
che si rischi un’infezione o un’emorragia o che il risultato sia anti-estetico.
Quel che conta, è, in questi casi, l’aver saziato una fame di sangue,
di dolore, di rabbia, contro se stessi e il mondo. Esiste poi, tra gli
uni e gli altri, una sorta di zona intermedia, dove l’orientamento estetico
e quello masochista/auto-lesionista si fondono perfettamente.
Considerando una tipologia piuttosto diversificata di estreme modificazioni
corporee, è possibile distinguerle differenziando le cause indicate da
coloro che ad esse ricorrono:
1 - Spinta al raggiungimento di modelli estetici
astratti
2 - Ragioni mediche
3 - Motivo religioso e culturale (rito iniziatico,
circoncisione)
4 - Motivo ideologico (contestazione del sociale)
5 - Comportamento psicotico
6 - Desiderio di erotizzazione del corpo
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