4. MODIFICAZIONI CORPOREE ESTREME


“We are something beyond the expected
normal. Some of us keep the secret well
hidden under pressed suits or skirts and crew
cuts. Some of us flaunt it like a picket sign.
We are the legion of body adorners, of
modifiers, of the inked and pierced and cutted
and burned.”
[78]

Per quanto anche i piercing che coinvolgono l’area genitale possano essere considerati estremi, e per la loro “invasività” e perché comportano, spesso, un radicale cambiamento della sensibilità di queste parti, in realtà si tende a distinguerle dalle pratiche di alterazione corporea ancora più estreme, talmente estreme da modificare persino l’anatomia delle parti corporee interessate, e con essa la percezione del proprio corpo, da parte del soggetto stesso o della società.
Sebbene anche le tecniche di chirurgia estetica, come la liposuzione o la liposcultura, rientrino certamente in questa categoria, perché altamente invasive, efficacemente trasformanti ed allo stesso tempo scelte, come molte altre pratiche estreme di modificazione corporea, per raggiungere modelli estetici astratti, si ritiene tuttavia che debbano essere analizzate in altra sede.
Lo stesso vale per la chirurgia altamente invasiva mirata alla correzione anatomica o funzionale del corpo (il trapianto, l’espianto, ecc…).

Rispetto alle modificazioni corporee estreme, l‘Occidente ha, da sempre, un atteggiamento contraddittorio: giudica interventi deformanti pratiche di modificazione corporea operate presso le cosiddette società “altre” o ispirate da culture preletterate, mentre considera del tutto naturali interventi di chirurgia estetica quali la rinoplastica o la mastoplastica additiva, per citare solo qualche esempio, nonostante esse siano capaci di produrre risultati talvolta stravolgenti. Ciò significa che la tolleranza occidentale alle modificazioni corporee estreme non dipende tanto dalla maggiore o minore naturalità dei risultati, quanto dalla conformità di tali trasformazioni ai modelli estetici di riferimento.
In realtà, questo è un principio universalmente valido, che spiega il fatto che praticamente ogni società manifesti una certa esitazione nel confrontarsi con pratiche di modificazione corporea “altre”.

Presso alcune popolazioni ci si infligge ferite importanti, giungendo persino all'automutilazione, perché una parte corporea possa beneficiarne. E’ per questo, per esempio, che presso alcune popolazioni australiane la testa dei novizi viene morsa, perché questo rinvigorisca loro il cuoio capelluto, o che le ragazze warramunga si amputano una parte dell’indice per rendere più abile la loro mano nella ricerca di igname.
Analizzando le esperienze personali di modificazioni corporee più estreme raccolte in Internet[79], emerge, in modo piuttosto evidente, che esiste una sorta di linea che separa coloro che pure sembrano condividere le stesse esperienze. Da una parte la schiera, più numerosa, di coloro che ricorrono a tali pratiche per motivi prettamente estetici, per quanto difficilmente condivisibili dai più; dall’altra coloro che invece, masochisticamente, ricercano soprattutto un’esperienza di dolore fisico o per i quali queste pratiche sono piuttosto l’espressione di una rabbia profonda che prende forma, si incarna. In tali casi, l’aggressività esplode contro il proprio corpo come volontà, più o meno dichiarata, di sfigurarlo, di cancellarne la grazia e la bellezza. Mentre nei primi c’è, di solito, oltre ad una grande attenzione al risultato qualitativo e una sorta di orgoglio esibizionistico, anche una lunga preparazione prima di sottoporsi all’esperienza di modificazione corporea - preparazione che prevede una ricerca di documentazione relativa alle tecniche, alle metodologie di riduzione dei rischi di infezione o del dolore - nel secondo caso, invece, l’esperienza viene quasi “improvvisata”, e allora poco importa che si rischi un’infezione o un’emorragia o che il risultato sia anti-estetico. Quel che conta, è, in questi casi, l’aver saziato una fame di sangue, di dolore, di rabbia, contro se stessi e il mondo. Esiste poi, tra gli uni e gli altri, una sorta di zona intermedia, dove l’orientamento estetico e quello masochista/auto-lesionista si fondono perfettamente.
Considerando una tipologia piuttosto diversificata di estreme modificazioni corporee, è possibile distinguerle differenziando le cause indicate da coloro che ad esse ricorrono:

1 -     Spinta al raggiungimento di modelli estetici astratti
2 -     Ragioni mediche
3 -     Motivo religioso e culturale (rito iniziatico, circoncisione)
4 -     Motivo ideologico (contestazione del sociale)
5 -     Comportamento psicotico
6 -     Desiderio di erotizzazione del corpo



[78] Daitenshi, http://www.bmezine.com/scar/A10125/scrforth.html. “Siamo qualcosa che và oltre ciò che viene ritenuto normale. Alcuni di noi mantengono ben nascosto il segreto sotto abiti in piega e capelli a spazzola. Alcuni di noi lo esibiscono come segno distintivo. Siamo la legione dei decoratori del corpo, dei mutanti, dei coperti di inchiostro e perforati e tagliati e bruciati.”
[79] http:// www.bmezine.com.