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Per
“non estreme” si intendono quelle modificazioni corporee alle quali siamo
ormai culturalmente e storicamente preparati, ossia:
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il tatuaggio
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il piercing
Fino
a qualche decennio fa, tali pratiche erano riservate ad una ristretta
cerchia di persone, appartenenti a culture underground o marginali.
Oggi non è più così: soprattutto fra i più giovani, il piercing
e il tatuaggio fanno tendenza.
Ciononostante, siamo ancora ben lontani, in Occidente, da un aperto riconoscimento
culturale di pratiche che vantano del resto una lunghissima tradizione,
quali appunto il tatuaggio o il piercing, e non ancora preparati
ad abbandonare del tutto i troppi pregiudizi che, da sempre, investono
coloro che a tali pratiche scelgono di sottoporsi.
La pelle, soprattutto fra le generazioni più giovani, si sta sostituendo
allo sguardo come “specchio dell’anima”, per la sua capacità intrinseca
di riflettere desideri, emozioni, tormenti interni e, più in generale,
stati di malessere psico-fisico.
Il bisogno di perforare la nostra pelle o di riscriverla, è bisogno primario
universale, a cui la mentalità occidentale, che si ostina a non voler
riconoscere come tale, ha imposto il marchio della primitività. A tutt’oggi,
nonostante la larga diffusione di queste pratiche, permangono pregiudizi
nei confronti del tatuaggio, ad esempio il considerarlo ancora segno identificativo
di una condizione di marginalità sociale.
Il fenomeno di diffusione estrema del tatuaggio e del piercing,
verificatosi in questi ultimi anni, all’interno di una società occidentale
sino ad allora assolutamente diffidente, è stato promosso dalle logiche
del consumo come moda, tendenza. Essi sono oramai diventati un fenomeno
di massa al quale hanno aderito personaggi del mondo della moda, della
televisione, del cinema e della musica, adesione che ha indiscutibilmente
favorito il processo di accettazione da parte dell’opinione pubblica.
Oggigiorno è l'imporsi del prodotto a crearne la domanda. In questo gioca
ovviamente un ruolo dominante la pubblicità, che imponendo mode e tendenze,
condiziona i desideri, le aspirazioni e le necessità.
Gran parte di quelli che ormai consideriamo bisogni, in realtà non lo
sarebbero se il sistema produttivo non avesse alcun interesse economico
connesso ad essi. Pertanto, è lecito non credere che la promozione del
bisogno di forare o riscrivere il proprio corpo, su cui le logiche produttive
occidentali hanno investito negli ultimi anni, sia del tutto disinteressata.
La nostra società produce il bisogno di valori, più che il bisogno di
oggetti, cosicché l’essere tatuati o avere un piercing si traduce
nell’adesione ai valori che essi veicolano.
Il tatuaggio o il piercing “leggero”, ossia la perforazione del
naso, delle orecchie e dell’ombelico, sono oramai interpretati semplicemente
come fatti di costume, tendenze estetiche di ispirazione “neo-tribale”.
Il ricorso al tatuaggio o al piercing può, però, essere interpretato,
oltre che come fenomeno di tendenza o scelta estetica, anche come strumento
di comunicazione e personalizzazione corporea, o come prova iniziatica.
Essi, infatti, in quanto pratiche relativamente dolorose, presuppongono
una volontà di superare una sorta di prova di iniziazione, fisica e rituale.
In virtù della “prova ordalica”, il corpo e lo spirito subiscono delle
trasformazioni. Del resto, il tatuaggio o il piercing all’interno
delle società preletterate, vengono vissuti come prove iniziatiche all’interno
di appositi rituali.
D’altra parte, in ogni tempo e luogo, essi svolgono un’azione personalizzante
del corpo, che attraverso queste tecniche, si eleva, da una condizione
di indistinzione biologica ad una condizione di individuabilità/unicità
che afferma la personalità dell’individuo nel suo ambiente sociale. Queste
pratiche, oltre ad impreziosire il corpo, aiutano l’individuo a sentirlo
suo.
Innegabile è, infine, l’aspetto comunicativo che ad essi si lega. Lo stesso
corpo, con o senza tatuaggio, con o senza piercing, comunica, a
se stessi e al mondo, una percezione del sé molto diversa, così come è
già stato scritto nel secondo capitolo, nel paragrafo relativo alla comunicazione
non-verbale.
C’è ancora un ultimo aspetto che non può essere tralasciato, ossia l’interpretazione
del ricorso a modificazioni corporee non estreme, di matrice tribale,
come strumento di contestazione sociale. Questo è il significato con cui
il cosiddetto movimento neo-tribale adotta queste pratiche: nell’impossibilità
di cambiare la società, questa volontà di rinnovamento sociale viene concentrata
sul proprio corpo. Non sapendo come cambiare il sociale, è il corpo ad
essere modificato, lo si connota per distinguersi dalla massa uniforme
e senza volto.
Tale movimento, interno alla società
occidentale, nato negli anni '60, ispirato dalla cultura underground
e dalle filosofie levantine, è orientato verso esperienze allucinogene,
oltreché verso un ritorno alla natura e ad una maggiore conoscenza della
propria interiorità e delle possibilità di elevare la percezione del sé
a livelli immateriali. Le tecniche del tatuaggio tradizionale, di matrice
tribale, vengono rielaborate all’interno di questo movimento, che ha,
così facendo, imposto uno stile tutto suo, al momento molto popolare .
Nell’ambito del tatuaggio, questo stile era conosciuto come “pre-tecnologico”
o “black graphic” (in quanto tatuaggio monocromatico, che prevedeva
quasi esclusivamente l’utilizzo del nero).
Fra i tatuatori che hanno fatto proprio questo stile, Leo Zuleta, Ed Hardy
e Cliff Raven.
Nella società occidentale, l’approccio
alle modificazioni corporee è estremamente diverso negli uomini e nelle
donne. Mentre i primi cercano, attraverso il piercing o il tatuaggio
(considerato di solito mai abbastanza grande), di esprimere la loro virilità,
per le donne essi diventano, oltreché dettagli finalizzati ad esaltare
la bellezza o la femminilità che già si possiedono, ulteriori elementi
di ammiccamento erotico. Non a caso, i tatuaggi femminili hanno dimensioni
discrete, riproducono motivi più delicati e talvolta persino romantici.
Essi, inoltre, sono posizionati in zone del corpo “strategiche”, dove
il gioco dell’intravedimento, che sottintende più intriganti promesse,
contribuisce ad accendere la curiosità maschile.
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